sabato 5 aprile 2014

12 ANNI SCHIAVO




Regia: Steve McQueen

Interpreti: Chiwetel Ejiofor, Benedict Cumberbatch, Paul Giamatti, Brad Pitt, Lupita Nyong'o

Scenggiatura : John Ridley

Genere : biografico, drammatico

12 anni schiavo è la trasposizione cinematografica di una storia vera, accaduta negli Stati Uniti prima della guerra civile americana. Si tratta di una vicenda accaduta ad un uomo di colore, Solomon Northup, nato libero nello stato di New York che vive una condizione privilegiata per quei tempi, essendo un apprezzato violinista. Con i suoi guadagni riesce a mantenere decorosamente la sua famiglia e a condurre una vita tranquilla, piccolo borghese. Improvvisamente, a causa di un raggiro, viene rapito da due malviventi, i quali lo venderanno come schiavo da impiegare nel lontano stato della Luisiana, nelle piantagioni di cotone. Il passaggio da una condizione di vita relativamente agiata allo stato di schiavitù rappresenta uno stress psicologico notevole per il protagonista che viene a contatto, passando da un padrone all’altro, con una realtà disumana fatta di violenze, umiliazioni, soprusi e di torture di ogni genere, al limite della sopportazione. Incontrerà persone come lui ridotte a lavorare, ubbidire e subire qualsiasi perversione a opera di padroni gretti, crudeli, spietati all’inverosimile. Questa vita durerà per Solomon dodici anni, periodo in cui accetta con dignità e rassegnazione la condizione di schiavitù, perseverando in un processo di spersonalizzazione quasi totale, fino a quando conoscerà un uomo, un costruttore canadese, Samuel Bass, interpretato magistralmente da Brad Pitt, il quale gli sarà di grande aiuto per la personale riacquisizione  del proprio “io” libero. La figura di Samuel, illuminato abolizionista costituisce un momento significativo in tutta la vicenda sia per la crescita della coscienza civile di Solomon che per la riconquista della agoniata libertà. Grazie, infatti, all’interessamento del costruttore, l’uomo riesce a ritornare da uomo libero a casa e riabbracciare la moglie e i figli.

Brad Pitt nella parte di Samuel Bass
 Il film, vincitore di tre recenti premi Oscar, uno dei quali alla straordinaria Lupita Nyong’o, è diretto da Steve McQueen, sceneggiato da John Ridley e prodotto tra gli altri, da Brad Pitt.

Lupita Nyong'o vincitrice dell'Oscar come migliore attrice non protagonista
 La narrazione cinematografica ricorda la serie televisiva degli anni 80 “Radici” e, come questo fortunato sceneggiato, indugia molto sull’aspetto brutale e violento subito dagli schiavi, mostrandone la completa e alienante assurdità. A tratti, il film appare lento e troppo stereotipato nel tratteggiare i personaggi e , come topos romanzato, mette da una parte i buoni, ovvero gli schiavi e dall’altra i cattivi, i padroni, in tutta la loro sadica malvagità. Non spicca inoltre la figura dell’eroe Solomon, poiché egli, pur nel suo comportamento dignitoso, mai si ribella allo status in cui si trova, aspettando che il destino un giorno possa essere clemente con lui. L’indagine psicologica dei personaggi è quindi pressopochista e questo disorienta lo spettatore che aspetta invano un colpo di scena, un’azione di ribellione da parte del protagonista. Solomon è un Ulisse che subisce la sua Odissea, non la combatte, ma vi si rassegna passivamente. Pur essendo un po’ retorico e scontato nell’immaginario di una realtà schiavista già vista e raccontata, questo film è da vedere, sia per l’ottima interpretazione dei vari attori che per la drammaticità della storia che, bisogna dirlo, ha un incipit nuovo, quello di mostrare un uomo di colore nato libero, negli anni antecedenti la guerra civile, che vive del suo lavoro con orgogliosa dignità e soltanto successivamente viene segregato in schiavitù. Una storia al contrario quindi che però ha un meritato lieto fine.

Oscar come miglior film 2014


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