lunedì 20 gennaio 2014

“OPERA PALLADIO” la nuova sfida artistica raccontata dal suo ideatore MATTEO TOSI






Ad una settimana dalla prima nazionale incontriamo l’attore, nonché scrittore, produttore e regista Matteo Tosi che ci parla della “sua” Opera Palladio, un cinemusical storico sulla vita di uno dei più grandi architetti mondiali, dichiarato anche il “padre dell’architettura americana” al 111 congresso degli Stati Uniti d’America; connubio di musica, danza e cinema, un fluttuare toccante tra sentimento ed emozioni, tra parola e musica, arte e verità storica.

1)Un’opera teatrale incentrata su Andrea Palladio, soggetto completamente nuovo direi, portare in scena la vita di un architetto e nel caso specifico uno degli architetti più famosi al mondo non deve essere stato facile quindi mi domando, come ti è nata questa idea e a quali fonti ti sei ispirato per scriverla?
Nel 2007 Simonetta Rovere, coreografa e autrice di Opera Palladio insieme a me, mi chiese di fare una voce off per un balletto che stava preparando per uno spettacolo in Villa Badoer dedicato a Palladio. Io che collaboro con lei da molti anni, mi prestai volentieri. Incominciai a studiare un po’ l’’artista veneto e mi accorsi di quanto fosse interessante la sua vita. Scrissi un monologo in forma di lettera-testamento. Lo spettacolo riuscì bene. Quell’esperienza mi spinse ad approfondire meglio la vita di uno degli architetti più famosi del mondo, così pensai con Simonetta di farne un Musical. Una sera poi, amando io particolarmente il cinema, proposi di farne un Cinemusical. Nacque così la prima idea di Opera Palladio il Cinemusical.

i progetti
 
Andrea Palladio nello studio di Gian Giorgio Trissino.

 2)Dicevi che “Opera Palladio” è un cinemusical, ma cos’è esattamente un cinemusical e cosa il pubblico deve aspettarsi di vedere esattamente?
L’opera per la prima volta coniuga fiction, nella forma che ricorda i famosi sceneggiati della tradizione italiana e musical, fondendo stile classico e contemporaneo e usando i diversi linguaggi della musica, della danza, del teatro e del cinema. I passaggi narrativi della sua vita sono raccontati attraverso ricostruzione di fiction, mentre sono affidati alla danza, alla recitazione live e al canto gli aspetti più intimi ed emozionali dell’artista. Lo spettatore quindi si troverà a vedere uno spettacolo che integra in un unico percorso narrativo cinema e teatro.

3)Sono curiosa, ho letto di una scena, una specie di estasi che l’architetto Andrea Palladio vive una volta arrivato a Roma, una scena dove immagini e balletto (se non erro) si fondono magistralmente insieme, me ne vuoi gentilmente parlare?
Dopo l’erudizione impartita dal Trissino, Andrea parte per Roma dove avrà modo di vedere la bellezza delle opere di Bramante e Michelangelo, tra cui anche la Capella Sistina. Si è deciso quindi di rappresentare questa fascinazione, in una sorta di delirio noto come sindrome di Stendhal che provoca tachicardia, capogiro, vertigini e confusione in soggetti messi al cospetto di opere d'arte. Ed è quello che capita al “nostro” Andrea giunto a Roma.

Sindrome di Stendhal-Compagnia Danza Teatro Corrente

 4)Venendo alla parte cinematografica dello spettacolo in quali location è stata girata “Opera Palladio”?
E’ stato molto difficile trovare posti nei quali ricostruire ambientazioni del 1500, ma con ingegno e tanta buona volontà e optando per la forma cinematografica dello “sceneggiato” che ha sicuramente agevolato le riprese, siamo riusciti a trovare location adatte, in particolare a Fratta Polesine presso il Manegium e Villa Fanan. La scena del Ballo per l’ingresso in società di Andrea ambientata in Villa Cricoli è stata girata in Villa Badoera (per altro una delle sue più belle ville), mentre la scena della peste  veneziana  è stata girata a Comacchio per questioni logistiche e di praticità.

La peste- Comacchio

Museo  Manegium- Fratta Polesine
Villa Badoer (Fratta Polesine) -all'interno è stata girata la scena del ballo in occasione dell'ingresso in società di Andrea Palladio.


5)In quest’opera interpreti Gian Giorgio Trissino, il poeta, drammaturgo e mentore del Palladio. Come ti sei preparato ad interpretarlo e che affinità hai con questo personaggio?
Gian Giorgio Trissino è il maestro ‘Erudito’, che ha saputo riconoscere fin da subito il talento di Andrea, agevolandone la formazione e l’ingresso in un mondo che lui stesso non avrebbe mai neanche lontanamente sognato, considerando le umili origini nel quale è nato e vissuto. E’ stato bello interpretare il ruolo del Trissino, perché è stato un poeta e credo fosse persona dotata di grande intelligenza, sapienza e generosità.

Gian Giorgio Trissino




L'osservazione delle stelle-Gian Giorgio Trissino e Andrea Palladio
  
 6)In “Opera Palladio”oltre ad essere attore sei anche regista e produttore. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questi ruoli?
Prima di essere regista e produttore, ruoli che peraltro condivido con Simonetta Rovere, di questo spettacolo mi sento soprattutto l’autore della sceneggiatura e dei testi. Questo è stato per me l’aspetto sicuramente più stimolante e creativo, anche se la sceneggiatura iniziale prevedeva scene molto più complesse d’impianto decisamente cinematografico, ma le difficoltà produttive mi hanno indotto ad optare per scelte diverse. Questo tipo di lavoro mi ha permesso di coniugare la conoscenza dei fatti riguardanti la vita di Palladio con quelli storico-sociali, cercando di creare un quadro nuovo nel quale “calarmi” per poi immaginare situazioni e dialoghi. Da quelli di vita quotidiana a quelli di spessore più erudito fino ai più “eversivi” nelle scene con i calvinisti. Tutto questo  viene poi completato nella stesura dei testi delle liriche, la cui musica è del maestro Paolo Zambelli, che seguono un filo logico nella vita artistica di Palladio. I ruoli di regista e produttore sono stati più impegnativi, con difficoltà di vario genere. La storia sarebbe troppo lunga da raccontare, non basterebbe una vita.

7)Manca ormai pochissimo perché Opera Palladio venga messa in scena al Teatro Sociale di Rovigo, cosa vorresti dire agli spettatori che verranno ad assistere allo spettacolo?
Semplicemente di venire. Sono curioso di conoscere il loro parere. E’ un esperimento, vedremo se funziona.

Matteo Tosi nella parte di Gian Giorgio Trissino- scena studio


Staff di Filmania

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