martedì 12 agosto 2014

Intervista a Carl Wharton: "il becchino" in Wrath of the Crows



 
L'attore CARL WHARTON



Inizio l’intervista con Carl  Wharton,  attore britannico di teatro,TV e cinema che ha interpretato il ruolo di Jack Pendle nell’ultimo film del regista Ivan Zuccon dal titolo Wrath of the Crows. Il suo personaggio è davvero brutale specie nei riguardi delle donne che entra in modo preponderante nell’ultima parte del film e nonostante ciò lascia il suo segno indelebile.
(Both in Italian and English)

Sono curiosa di sapere, Carl, che tipo di uomo è il tuo personaggio, da dove nasce la sua rabbia e se quest’ultima è direttamente collegata ad un particolare background?
Jack Pendle è un uomo di 43 anni che ha vissuto nel 19th secolo, lavorando come becchino, un lavoro piuttosto redditizio per quei tempi. Jack, infatti, era solito rubare i cadaveri dalle tombe e venderli ai medici perché ne studiassero l’anatomia. Non aveva famiglia e, sin da piccolo, è vissuto in strada e costretto a lavorare in una “casa per i poveri”. Una volta cresciuto diventerà un borseggiatore ed entrerà a far parte di una gang, facendosi chiamare “slicer” poiché abile nell’uso del coltello. Londra era la sua città e la strada la sua casa, ma quando la sua gang si scontrerà con un’altra, Jack sarà costretto ad uccidere e non è la prima volta, ma per questo omicidio verrà rinchiuso in carcere. Un episodio fatale per la sua vita poiché proprio in cella verrà ucciso e finirà in PURGATORIO dove riceverà la medesima fine che ha subito nella sua precedente esistenza.

Jack Pendle is a 43-year old grave digger who lived in the 19th century . He stole dead bodies from graves and sold them to doctors . He had no family, he lived on the streets and worked in a workhouse, but  when he grew up, he took part of a gang and became pickpocket. For this reason, his nickname was “slicer”.
London is a big city and Jack Pendle had to sleep on streets and fought for his gang against another one. First He was in prison because he killed a person, although he killed many people in his life, but in prison he was murdered. He stayed there three years before someone murdered him. After his death he went to Purgatory where he’ll find the same death he had in prison.


dal backstage del film Wrath of the Crows


Come hai ottenuto questo ruolo?
In un modo fortuito, direi, ho conosciuto l’attore Gerry Shanahan durante le riprese del film “Zombie Massacre”, lui aveva già lavorato con il regista Ivan Zuccon sia in Colour from the Dark che in Wrath of the Crows e mi diede il suo contatto. All’epoca le riprese di Wrath of the Crows si erano già concluse, ma quando Ivan Zuccon decise di girare un secondo finale per il film, mi contattò ed eccomi qui.

I was on the set of the movie “Zombie Massacre” with the actor Gerry Shanahan. He had just worked in the movie  “Wrath of the Crows”, he talked to me about it and got me the contact with the director Ivan Zuccon. The movie was finished at that time, but when Ivan decided to change the end, he contacted me and I had the opportunity to be in this movie.


Come ti senti ad interpretare I tuoi personaggi, che tipo di rapporti  hai con loro e come ti prepari ai diversi ruoli?
A mio agio, direi. La maggior parte dei personaggi che interpreto sono negativi e, nonostante questo, mi ci trovo bene. In Wrath interpreto il becchino Pendle, in Zombie Massacre il Generale  Carter, un arrogante, focalizzato nel suo obiettivo poiché crede in ciò che fa. Per prepararmi ai vari ruoli, leggo gli script più e più volte, in modo tale da percepire che cosa vuole da me il regista, ciò che pensa e pretende dal mio personaggio. Dalla sceneggiatura di Wrath of the Crows emerge un Jack Pendle strafottente che crede di essere infallibile e nel PURGATORIO mette in evidenza tutta la sua arroganza. Il regista Ivan Zuccon mi ha molto aiutato in questa preparazione, fornendomi maggiori dettagli sulla psicologia di Pendle e sulla sua vita terrena, chiedendomi di estremizzare i suoi lati peggiori. In un certo senso, tutti questi sentimenti negativi portati all’eccesso mi fanno sentire “rinnovato”, perché,per una volta, do il massimo sfogo a stati d’animo che normalmente non trovano spazio nella mia vita; rappresentare personaggi negativi ha quasi lo stesso effetto di una “terapia”.

Comfortable. Most of my characters are evil and intense such as General Carter in Zombie Massacre. He is a villain focused on a strong objective in which he believed. To play Jack Pendle I read the script many times to have the feeling of what the director thinks and wants to obtain. My character thinks to be infallible in the Purgatory. Jack Pendle is arrogant as you can see from the movie. There is a back story, the director Ivan Zuccon gave me the details and this helped me to create Jack. I feel refreshing to play extreme characters because I can polarize some feelings that I never empathize in my ordinary life and this is like a therapy.

locandina del film


Dunque, in quali  film reciti solitamente?
In film di diverso genere, dal thriller alle commedie, fino ai grandi drammi shakespeariani come nell’adattamento moderno di Enrico IV, parte II.

A bit of all, comedies, thrillers, dramas based on Shakespeare’s modern adaptation such as Henry IV part II.

Sono curiosa, com’è lavorare con un regista come Ivan Zuccon?
Bello, davvero. Tutta la crew sembra felice, le riprese hanno tempi lunghi in cui hai la possibilità di calarti nel tuo personaggio. Ivan sa cosa vuole, è un regista capace che non usa storyboard, ma ha la storia nella sua testa, ha un ordine in cui vede le cose e desidera che i suoi attori lavorino insieme creando un feeling particolare sul set. E’ quasi come chi sta facendo una torta, ha tutti gli ingredienti lì pronti sul tavolo e li combina insieme. Lavorare con Ivan è stimolante perché ha una creatività mutevole e, contemporaneamente, accetta anche quella degli attori. E’ flessibile e geniale nel suo lavoro, ogni cosa risulta perfetta e con lui si lavora molto bene.

It has been amazing. All the crew seemed to be happy. I trust Ivan very much. He doesn’t have storyboards, there is a slow work on the set and you can understand your character very well. Ivan wants that the actors worked together and have a feeling. He combines the scene from shooting. He is like he is making a cake, he has the ingredients and mixed them together. His work is refreshing because his creativity is flexible and works together with actor’s creativity. He gives roles and everything is perfect on the set. I work well with him. He is a “masterchief”.  

Joe Lake

Per ulteriori informazioni sull'attore visitate i seguenti link:
imdb 

L'attore Carl Wharton con il regista Ivan Zuccon
 
La locandina del film Wrath of the Crows

lunedì 28 luglio 2014

Qualcuno dice l'Amore

MERCOLEDI' 30 LUGLIO ALLE ORE 21:30 PRESSO LA SALA "GUIDO NEGRI" AD OSPEDALETTO EUGANEO (PD) CI SARA' L'ANTEPRIMA MONDIALE DI "QUALCUNO DICE L'AMORE" PER LA REGIA DI LUCA SETTIMO CON LA SPLENDIDA VOCE FUORI CAMPO DELL'ATTORE MATTEO TOSI.

Ingresso libero.  


Locandina del film
 Sinossi:

L’innamoramento travolgente tra un uomo e una donna grazie ad un incontro casuale, un sentimento che vive senza freni e si abbandona ad una contemplazione sognante di fronte alla bellezza della vita e della natura. Anche nel dolore, l’amore così inteso rimarrà tale per sempre

Gli attori Damiano Fusaro e Roberta Fusto in una scena del film

Gli attori con il regista Luca Settimo



L'attore Matteo Tosi




L'attrice Federica Tabori

mercoledì 14 maggio 2014

INTERVISTA A VITTORIO ZAMBON, PROTAGONISTA DI "OPERA PALLADIO"

Vittorio Zambon nel ruolo di Andrea Palladio.
Una voce potente, grandiosa da tenore coniugata ad una presenza scenica imponente fanno di Vittorio Zambon il magnifico interprete di Andrea Palladio, nell’omonima “Opera Palladio” per la regia di Matteo Tosi  e Simonetta Rovere. Per quanto riguarda il girato cinematografico, e soprattutto in palcoscenico, Zambon offre agli spettatori una notevole performance che tocca le corde più sensibili dell’animo umano, grazie ad una lirica espressa nel suo canto con forza e musicalità straordinarie. Il protagonista di “Opera Palladio” ha al suo attivo una carriera densa e costellata di molte performances che vanno dal musical, all’operetta fino all’opera vera e propria. Alcuni di questi lavori teatrali portano la sua firma come regista, dimostrando una solida capacità non solo interpretativa come tenore, ma anche a livello direzionale ed organizzativo.


 1) Qual è stata la tua formazione professionale?
Il mio approccio con la musica cominciò quand’ero bambino, imparando a suonare il pianoforte classico. Verso i 15 anni, mi appassionai alla musica leggera e iniziai a suonare con le prime band. Per ciò che riguarda il canto, la passione è nata a poco a poco in me quasi in maniera casuale. Possedevo già una voce tale da poter interpretare un repertorio pop e rock stile Queen, Police, George Michael. Quasi come un gioco, piano piano questa passione per il canto leggero è progressivamente cresciuta e mi ha permesso di ottenere ottimi consensi e premi in diversi concorsi. Alcuni anni dopo, studiando un metodo chiamato Voice Craft a Milano con Jo Estill, mi sono avvicinato alla lirica e al teatro musicale. Ho avuto, nel corso degli anni, l’opportunità di lavorare con grandi direttori e registi sia in Italia che in Europa, in Sud America ed Australia, debuttando nel melodramma in molti ruoli da protagonista; opere come : la Traviata, Madama Butterfly, Nabucco, Elisir d’amore o pièces dell’operetta, come: La Vedova Allegra, Cin Ci Là, Il Paese dei Campanelli e anche in musical famosi, ad esempio: Jesus Christ Superstar, i Miserabili, curandone recentemente anche alcune regie.

2) Un ruolo difficile, immagino quello di interpretare Andrea Palladio, uno degli architetti più noti al mondo. Come ti sei cimentato in questa parte e quale preparazione ha richiesto questo ruolo?
Ho avuto la fortuna di incontrare persone molto preparate e ispirate come l’attore, autore Matteo Tosi, la coreografa Simonetta Rovere e il maestro Paolo Zambelli che mi hanno aiutato ad immergermi letteralmente nella vita e nell’opera di questo grande personaggio, sia dal punto di vista umano che artistico. Per interpretare questa pièce ,di cui sono protagonista, è stata necessaria una accurata preparazione che richiedeva conoscenze storiche della vita e delle opere del personaggio, ovviamente l’autore si è concesso qualche piccola libertà nel romanzare e colorire la storia, anche perché la documentazione dell’epoca risultava spesso lacunosa in alcuni punti. Ritengo che per comprendere l’animo del personaggio sia fondamentale analizzare il suo percorso artistico attraverso le sue opere, nelle quali vi è scritta la sua vita, ma anche sono rivelati il suo pensiero, il suo credo, le sue illuminazioni e sofferenze. 

Andrea Palladio (Vittorio Zambon), la moglie Allegradonna e la figlia Zenobia
Andrea Palladio( Vittorio Zambon) e Giangiorgio Trissino (Matteo Tosi)- Prima di partire per Roma.
Andrea Palladio (Vittorio Zambon) e i IV libri di architettura.















3) In “Opera Palladio” hai dovuto ricoprire il ruolo sia dell’attore che del cantante, in quale dei due ti senti più a tuo agio e perché?
Senza dubbio il ruolo del cantante, anche se non nego di essermi divertito molto a recitare. La mia esperienza come attore è sempre stata in ambito teatrale, pertanto ho trovato delle differenze sostanziali per quanto riguarda la recitazione cinematografica. Matteo mi ha chiesto di rendere un personaggio semplice, oserei dire quasi un sempliciotto; questo appare soprattutto all’inizio del filmato al fine di renderne chiare l’estrazione sociale e culturale. Consensualmente all’autore, è stato introdotto volutamente nel parlato l’inflessione veneta che, via via, si stempera come a sottolineare la crescita e l’evoluzione culturale ed artistica del personaggio.

4) So che la vita del Palladio fu costellata di fatiche, successi e anche dolori privati. Quale di questi momenti ti piace di più interpretare?
Le fasi della vita del Palladio, i successi e i gravi lutti costituiscono un caleidoscopio di emozioni e sono, grazie alla loro diversità, tutte interessanti. Le tre canzoni che interpreto esprimono momenti diversi della sua vita. “Buio nell’anima” descrive lo smarrimento dell’artista, “Grazie a Dio” è un brano di grande respiro che esprime lo slancio dell’arte verso il divino, però il pezzo che preferisco per la sua intensità drammatica è “La morte di Allegradonna", nella quale Palladio canta l’amore verso la moglie morente di peste tra le sue braccia. E’ questo un brano dove il talento poetico di Matteo Tosi e la stupenda musica di Paolo Zambelli si fondono, per creare un picco di sublime intensità emotiva.
 
Andrea Palladio (Vittorio Zambon) e Giangiorgio Trissino (Matteo Tosi) in "Respiro"



Andrea Palladio (Vittorio Zambon)- Istruzione

5) Posso immaginare che interpretare esperienze di vita differenti, specialmente sul palcoscenico teatrale, richieda un’abilità artistica notevole. Puoi rivelarmi in cosa consiste il tuo segreto nel passare da uno stato emozionale all’altro in così breve tempo?
Credo che ogni artista abbia il suo modo per interpretare il personaggio, la tecnica e lo studio sicuramente sono strumenti importanti.Personalmente una volta che entro nel personaggio ricercando la sua verità più intima, le sue azioni, le sue espressioni la sua parola, ciò diventa parte di me e come tale mi risulta naturale identificarmi in lui e nei suoi stati d’animo

6) Ma dimmi sinceramente: tra tutti i brani da te interpretati qual è il tuo preferito?
Son tutti davvero intensi, personalmente amo molto “La morte di Allegradonna”, un pezzo di grande spessore, tanto drammaticamente intenso quanto difficile da un punto di vista tecnico espressivo, la sua bellezza, però, lo rende magicamente facile grazie ad una scrittura melodica vocalmente ispirata e ben pensata e ad un testo davvero emozionante.

Andrea Palladio (Vittorio Zambon) in "La Morte di Allegradonna"
 7) Domanda di rito, quali sono ora i tuoi progetti futuri?
Tornerò a teatro con diversi spettacoli Di Opera Lirica e operetta, quest’estate sarò in Brasile per dei concerti di Musical e Opera e, prossimamente,di nuovo, Palladio.

Magda Rampazzo

OPERA PALLADIO