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mercoledì 14 maggio 2014

INTERVISTA A VITTORIO ZAMBON, PROTAGONISTA DI "OPERA PALLADIO"

Vittorio Zambon nel ruolo di Andrea Palladio.
Una voce potente, grandiosa da tenore coniugata ad una presenza scenica imponente fanno di Vittorio Zambon il magnifico interprete di Andrea Palladio, nell’omonima “Opera Palladio” per la regia di Matteo Tosi  e Simonetta Rovere. Per quanto riguarda il girato cinematografico, e soprattutto in palcoscenico, Zambon offre agli spettatori una notevole performance che tocca le corde più sensibili dell’animo umano, grazie ad una lirica espressa nel suo canto con forza e musicalità straordinarie. Il protagonista di “Opera Palladio” ha al suo attivo una carriera densa e costellata di molte performances che vanno dal musical, all’operetta fino all’opera vera e propria. Alcuni di questi lavori teatrali portano la sua firma come regista, dimostrando una solida capacità non solo interpretativa come tenore, ma anche a livello direzionale ed organizzativo.


 1) Qual è stata la tua formazione professionale?
Il mio approccio con la musica cominciò quand’ero bambino, imparando a suonare il pianoforte classico. Verso i 15 anni, mi appassionai alla musica leggera e iniziai a suonare con le prime band. Per ciò che riguarda il canto, la passione è nata a poco a poco in me quasi in maniera casuale. Possedevo già una voce tale da poter interpretare un repertorio pop e rock stile Queen, Police, George Michael. Quasi come un gioco, piano piano questa passione per il canto leggero è progressivamente cresciuta e mi ha permesso di ottenere ottimi consensi e premi in diversi concorsi. Alcuni anni dopo, studiando un metodo chiamato Voice Craft a Milano con Jo Estill, mi sono avvicinato alla lirica e al teatro musicale. Ho avuto, nel corso degli anni, l’opportunità di lavorare con grandi direttori e registi sia in Italia che in Europa, in Sud America ed Australia, debuttando nel melodramma in molti ruoli da protagonista; opere come : la Traviata, Madama Butterfly, Nabucco, Elisir d’amore o pièces dell’operetta, come: La Vedova Allegra, Cin Ci Là, Il Paese dei Campanelli e anche in musical famosi, ad esempio: Jesus Christ Superstar, i Miserabili, curandone recentemente anche alcune regie.

2) Un ruolo difficile, immagino quello di interpretare Andrea Palladio, uno degli architetti più noti al mondo. Come ti sei cimentato in questa parte e quale preparazione ha richiesto questo ruolo?
Ho avuto la fortuna di incontrare persone molto preparate e ispirate come l’attore, autore Matteo Tosi, la coreografa Simonetta Rovere e il maestro Paolo Zambelli che mi hanno aiutato ad immergermi letteralmente nella vita e nell’opera di questo grande personaggio, sia dal punto di vista umano che artistico. Per interpretare questa pièce ,di cui sono protagonista, è stata necessaria una accurata preparazione che richiedeva conoscenze storiche della vita e delle opere del personaggio, ovviamente l’autore si è concesso qualche piccola libertà nel romanzare e colorire la storia, anche perché la documentazione dell’epoca risultava spesso lacunosa in alcuni punti. Ritengo che per comprendere l’animo del personaggio sia fondamentale analizzare il suo percorso artistico attraverso le sue opere, nelle quali vi è scritta la sua vita, ma anche sono rivelati il suo pensiero, il suo credo, le sue illuminazioni e sofferenze. 

Andrea Palladio (Vittorio Zambon), la moglie Allegradonna e la figlia Zenobia
Andrea Palladio( Vittorio Zambon) e Giangiorgio Trissino (Matteo Tosi)- Prima di partire per Roma.
Andrea Palladio (Vittorio Zambon) e i IV libri di architettura.















3) In “Opera Palladio” hai dovuto ricoprire il ruolo sia dell’attore che del cantante, in quale dei due ti senti più a tuo agio e perché?
Senza dubbio il ruolo del cantante, anche se non nego di essermi divertito molto a recitare. La mia esperienza come attore è sempre stata in ambito teatrale, pertanto ho trovato delle differenze sostanziali per quanto riguarda la recitazione cinematografica. Matteo mi ha chiesto di rendere un personaggio semplice, oserei dire quasi un sempliciotto; questo appare soprattutto all’inizio del filmato al fine di renderne chiare l’estrazione sociale e culturale. Consensualmente all’autore, è stato introdotto volutamente nel parlato l’inflessione veneta che, via via, si stempera come a sottolineare la crescita e l’evoluzione culturale ed artistica del personaggio.

4) So che la vita del Palladio fu costellata di fatiche, successi e anche dolori privati. Quale di questi momenti ti piace di più interpretare?
Le fasi della vita del Palladio, i successi e i gravi lutti costituiscono un caleidoscopio di emozioni e sono, grazie alla loro diversità, tutte interessanti. Le tre canzoni che interpreto esprimono momenti diversi della sua vita. “Buio nell’anima” descrive lo smarrimento dell’artista, “Grazie a Dio” è un brano di grande respiro che esprime lo slancio dell’arte verso il divino, però il pezzo che preferisco per la sua intensità drammatica è “La morte di Allegradonna", nella quale Palladio canta l’amore verso la moglie morente di peste tra le sue braccia. E’ questo un brano dove il talento poetico di Matteo Tosi e la stupenda musica di Paolo Zambelli si fondono, per creare un picco di sublime intensità emotiva.
 
Andrea Palladio (Vittorio Zambon) e Giangiorgio Trissino (Matteo Tosi) in "Respiro"



Andrea Palladio (Vittorio Zambon)- Istruzione

5) Posso immaginare che interpretare esperienze di vita differenti, specialmente sul palcoscenico teatrale, richieda un’abilità artistica notevole. Puoi rivelarmi in cosa consiste il tuo segreto nel passare da uno stato emozionale all’altro in così breve tempo?
Credo che ogni artista abbia il suo modo per interpretare il personaggio, la tecnica e lo studio sicuramente sono strumenti importanti.Personalmente una volta che entro nel personaggio ricercando la sua verità più intima, le sue azioni, le sue espressioni la sua parola, ciò diventa parte di me e come tale mi risulta naturale identificarmi in lui e nei suoi stati d’animo

6) Ma dimmi sinceramente: tra tutti i brani da te interpretati qual è il tuo preferito?
Son tutti davvero intensi, personalmente amo molto “La morte di Allegradonna”, un pezzo di grande spessore, tanto drammaticamente intenso quanto difficile da un punto di vista tecnico espressivo, la sua bellezza, però, lo rende magicamente facile grazie ad una scrittura melodica vocalmente ispirata e ben pensata e ad un testo davvero emozionante.

Andrea Palladio (Vittorio Zambon) in "La Morte di Allegradonna"
 7) Domanda di rito, quali sono ora i tuoi progetti futuri?
Tornerò a teatro con diversi spettacoli Di Opera Lirica e operetta, quest’estate sarò in Brasile per dei concerti di Musical e Opera e, prossimamente,di nuovo, Palladio.

Magda Rampazzo

OPERA PALLADIO 

mercoledì 22 gennaio 2014

MATTEO TOSI e PAOLO ZAMBELLI ci rivelano i segreti dietro le musiche di “OPERA PALLADIO”


1) Paolo, hai sempre avuto la passione per la musica, o è successo qualcosa che ti ha spinto ad intraprendere questa carriera?
Iniziai a studiare pianoforte all'età di sette anni, semplicemente perché mio fratello maggiore aveva intrapreso questa avventura, e quindi i miei genitori vollero dare ad entrambi la possibilità di provare. Mio fratello abbandonò quasi subito, al contrario io arrivai fino in fondo diplomandomi in Pianoforte e successivamente in Composizione e Musica Jazz. Dal 2006 al 2012 ebbi anche la fortuna di insegnare nello stesso Conservatorio che mi aveva conosciuto come allievo.

2)      Sono curiosa, com’è iniziata la collaborazione con Matteo Tosi? Avevate già lavorato in passato insieme o è stato il ‘Fato’ a farvi incontrare?
Matteo mi contattò proprio per una collaborazione sulla stesura delle liriche del CineMusical sulla vita del Palladio. Accettai subito. Matteo è una persona “magica”. Un giorno nel mio studio gli chiesi se avesse avuto fretta di andare, visto che a causa di esigenze tecniche i tempi si stavano dilatando... mi rispose che al contrario, la mia compagnia e la nostra “Stanza delle Invenzioni” lo facevano stare bene. Io non gli dissi niente, ma mi sentii lusingato e privilegiato.

Matteo Tosi, scrittore, regista, produttore e attore del Cinemusical "Opera Palladio".

Paolo Zambelli compositore delle liriche e della colonna sonora al tavolo di montaggio.
  
3)   Veniamo a te Matteo, attore, regista ed ora anche cantautore, come sono nati i testi delle canzoni di “Opera Palladio”?
Inizialmente ho lavorato con Enzo De Rosa per le musiche dei balletti, con lui si era concordato anche di scrivere le liriche, poi la vita lo ha portato fuori dall’Italia, così ho dovuto rivolgermi ad un altro compositore. E’ stata l’occasione per lavorare insieme ad un’artista rodigino che conoscevo, ma di cui ignoravo l’immenso talento. Abbiamo avuto subito un grande feeling artistico. Si è deciso di scrivere prima i testi, perché in un Musical si ha la necessità di raccontare passaggi narrativi e stati emozionali, per poi passare  alla musica ed  agli arrangiamenti. Paolo ha fatto un grande lavoro. A mio avviso sono brani di grande impatto emotivo e musicale. I testi raccontano in qualche modo il filo conduttore che accompagna la vita artistica di Andrea tra l’Erudismo del Trissino e l’ispirazione della Dea Pallade, fa  eccezione ‘Allegradonna’, brano sulla morte della moglie di Palladio e dei calvinisti. 

"Grazie a Dio" da Opera Palladio (Testo Matteo Tosi- Musica Paolo Zambelli)

 4)    A cosa ti sei ispirato?
Studio, intuito e poetica creativa.


5)   Paolo, come sei riuscito a far combaciare musiche e testi? Hai letto i testi e poi hai atteso che ti cogliesse l’ispirazione, oppure ti sei lasciato andare alla composizione e, in un secondo momento, hai trovato il modo di adattarla alle canzoni?
La musica è nata insieme a Matteo. Ci trovavamo davanti al pianoforte per ore, e mentre lui leggeva il testo io gli proponevo delle melodie. Dai suoi scritti e dalle mie melodie sono nate le nostre emozioni.

6)    Dunque ,Matteo, quanti e che tipo di brani hai scritto per lo spettacolo?
Tutti ad eccezione di “Io immortale in te” la cui stesura principale è stata scritta da Simonetta Rovere.


7)      C’è una canzone che ti ha emozionato particolarmente?
Mi piacciono tutte, sono sincero. Forse ‘Allegradonna’ per impatto emotivo e ‘Grazie a Dio’ per una dimensione di “apertura” che porta il brano.


"Allegradonna" da Opera Palladio (Testo Matteo Tosi - Musica Paolo Zambelli)

 8)     Paolo, che cosa porterai con te alla fine di questo progetto? Quale ricordo, pensi, ti rimarrà alla fine di questa avventura artistica?
La cosa più importante: rimarrà la fortuna di aver conosciuto un grande professionista e un amico unico, con il quale poter condividere in futuro nuove avventure.

9)     Concludo questa mia intervista con il produttore Matteo Tosi, gli chiedo qual è secondo lui: qual è il futuro del musical italiano?
L’Italia non ha una grande tradizione di Musical come in altri paesi del mondo, credo comunque che il Musical soffra di mancanza di idee e sperimentazione. ‘Opera Palladio’ si esprime con un linguaggio nuovo, che spero avvicini anche lo spettatore  amante  del video ed del cinema. E’ un esperimento, vedremo;  se funziona avremo creato un genere nuovo.


Magda Rampazzo 

PAGINA UFFICIALE OPERA PALLADIO

Premio Speciale che Matteo Tosi ha preso per l'ideazione del cinemusical "OPERA PALLADIO" in occasione del IV PREMIO INTERNAZIONALE EUROMEDITERRANEO in P.zza Campidoglio a Roma.


lunedì 20 gennaio 2014

“OPERA PALLADIO” la nuova sfida artistica raccontata dal suo ideatore MATTEO TOSI






Ad una settimana dalla prima nazionale incontriamo l’attore, nonché scrittore, produttore e regista Matteo Tosi che ci parla della “sua” Opera Palladio, un cinemusical storico sulla vita di uno dei più grandi architetti mondiali, dichiarato anche il “padre dell’architettura americana” al 111 congresso degli Stati Uniti d’America; connubio di musica, danza e cinema, un fluttuare toccante tra sentimento ed emozioni, tra parola e musica, arte e verità storica.

1)Un’opera teatrale incentrata su Andrea Palladio, soggetto completamente nuovo direi, portare in scena la vita di un architetto e nel caso specifico uno degli architetti più famosi al mondo non deve essere stato facile quindi mi domando, come ti è nata questa idea e a quali fonti ti sei ispirato per scriverla?
Nel 2007 Simonetta Rovere, coreografa e autrice di Opera Palladio insieme a me, mi chiese di fare una voce off per un balletto che stava preparando per uno spettacolo in Villa Badoer dedicato a Palladio. Io che collaboro con lei da molti anni, mi prestai volentieri. Incominciai a studiare un po’ l’’artista veneto e mi accorsi di quanto fosse interessante la sua vita. Scrissi un monologo in forma di lettera-testamento. Lo spettacolo riuscì bene. Quell’esperienza mi spinse ad approfondire meglio la vita di uno degli architetti più famosi del mondo, così pensai con Simonetta di farne un Musical. Una sera poi, amando io particolarmente il cinema, proposi di farne un Cinemusical. Nacque così la prima idea di Opera Palladio il Cinemusical.

i progetti
 
Andrea Palladio nello studio di Gian Giorgio Trissino.

 2)Dicevi che “Opera Palladio” è un cinemusical, ma cos’è esattamente un cinemusical e cosa il pubblico deve aspettarsi di vedere esattamente?
L’opera per la prima volta coniuga fiction, nella forma che ricorda i famosi sceneggiati della tradizione italiana e musical, fondendo stile classico e contemporaneo e usando i diversi linguaggi della musica, della danza, del teatro e del cinema. I passaggi narrativi della sua vita sono raccontati attraverso ricostruzione di fiction, mentre sono affidati alla danza, alla recitazione live e al canto gli aspetti più intimi ed emozionali dell’artista. Lo spettatore quindi si troverà a vedere uno spettacolo che integra in un unico percorso narrativo cinema e teatro.

3)Sono curiosa, ho letto di una scena, una specie di estasi che l’architetto Andrea Palladio vive una volta arrivato a Roma, una scena dove immagini e balletto (se non erro) si fondono magistralmente insieme, me ne vuoi gentilmente parlare?
Dopo l’erudizione impartita dal Trissino, Andrea parte per Roma dove avrà modo di vedere la bellezza delle opere di Bramante e Michelangelo, tra cui anche la Capella Sistina. Si è deciso quindi di rappresentare questa fascinazione, in una sorta di delirio noto come sindrome di Stendhal che provoca tachicardia, capogiro, vertigini e confusione in soggetti messi al cospetto di opere d'arte. Ed è quello che capita al “nostro” Andrea giunto a Roma.

Sindrome di Stendhal-Compagnia Danza Teatro Corrente

 4)Venendo alla parte cinematografica dello spettacolo in quali location è stata girata “Opera Palladio”?
E’ stato molto difficile trovare posti nei quali ricostruire ambientazioni del 1500, ma con ingegno e tanta buona volontà e optando per la forma cinematografica dello “sceneggiato” che ha sicuramente agevolato le riprese, siamo riusciti a trovare location adatte, in particolare a Fratta Polesine presso il Manegium e Villa Fanan. La scena del Ballo per l’ingresso in società di Andrea ambientata in Villa Cricoli è stata girata in Villa Badoera (per altro una delle sue più belle ville), mentre la scena della peste  veneziana  è stata girata a Comacchio per questioni logistiche e di praticità.

La peste- Comacchio

Museo  Manegium- Fratta Polesine
Villa Badoer (Fratta Polesine) -all'interno è stata girata la scena del ballo in occasione dell'ingresso in società di Andrea Palladio.


5)In quest’opera interpreti Gian Giorgio Trissino, il poeta, drammaturgo e mentore del Palladio. Come ti sei preparato ad interpretarlo e che affinità hai con questo personaggio?
Gian Giorgio Trissino è il maestro ‘Erudito’, che ha saputo riconoscere fin da subito il talento di Andrea, agevolandone la formazione e l’ingresso in un mondo che lui stesso non avrebbe mai neanche lontanamente sognato, considerando le umili origini nel quale è nato e vissuto. E’ stato bello interpretare il ruolo del Trissino, perché è stato un poeta e credo fosse persona dotata di grande intelligenza, sapienza e generosità.

Gian Giorgio Trissino




L'osservazione delle stelle-Gian Giorgio Trissino e Andrea Palladio
  
 6)In “Opera Palladio”oltre ad essere attore sei anche regista e produttore. Quali sono gli aspetti positivi e negativi di questi ruoli?
Prima di essere regista e produttore, ruoli che peraltro condivido con Simonetta Rovere, di questo spettacolo mi sento soprattutto l’autore della sceneggiatura e dei testi. Questo è stato per me l’aspetto sicuramente più stimolante e creativo, anche se la sceneggiatura iniziale prevedeva scene molto più complesse d’impianto decisamente cinematografico, ma le difficoltà produttive mi hanno indotto ad optare per scelte diverse. Questo tipo di lavoro mi ha permesso di coniugare la conoscenza dei fatti riguardanti la vita di Palladio con quelli storico-sociali, cercando di creare un quadro nuovo nel quale “calarmi” per poi immaginare situazioni e dialoghi. Da quelli di vita quotidiana a quelli di spessore più erudito fino ai più “eversivi” nelle scene con i calvinisti. Tutto questo  viene poi completato nella stesura dei testi delle liriche, la cui musica è del maestro Paolo Zambelli, che seguono un filo logico nella vita artistica di Palladio. I ruoli di regista e produttore sono stati più impegnativi, con difficoltà di vario genere. La storia sarebbe troppo lunga da raccontare, non basterebbe una vita.

7)Manca ormai pochissimo perché Opera Palladio venga messa in scena al Teatro Sociale di Rovigo, cosa vorresti dire agli spettatori che verranno ad assistere allo spettacolo?
Semplicemente di venire. Sono curioso di conoscere il loro parere. E’ un esperimento, vedremo se funziona.

Matteo Tosi nella parte di Gian Giorgio Trissino- scena studio


Staff di Filmania